AVATAR 2 riconcilia i due schieramenti

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AVATAR 2 riconcilia i due schieramenti

Dopo ben 13 anni di attesa arriva il tanto sospirato Avatar 2.

Un colossal epocale sul quale urge interrogarsi.

In un’epoca storica in cui l’intero settore cinematografico è in profonda crisi, dove da anni la stragrande maggioranza dei produttori faticano a racimolare piccolissimi budget per girare i loro film migliori e promettenti, cosa ha fatto sì che invece per un solo film si siano trovati i finanziamenti per sostenere un lavoro durato ben 13 anni, per un budget totale che raggiunge quasi i 500 milioni di dollari? Certo gli incassi ai botteghini hanno già raddoppiato i costi, superando i 2 miliardi di dollari a poche settimane dalla sua uscita…

Ma le previsioni dei possibili incassi non possono esser stati il solo incentivo a motivare un tale investimento di tempo e denaro.

Quali obiettivi si pongono coloro che hanno contribuito a finanziare questo film?

Le tematiche sono molto attuali ed innumerevoli gli spunti di riflessione.

Sebbene ci si trovi di fronte alla solita ricetta hollywoodiana fatta di effetti speciali mozzafiato e scarso contenuto, che dipingono un mondo dualistico in perenne lotta fra buoni e cattivi (dobbiamo sorbirci ben 3 ore di guerra per 20 minuti di bellezza), è importante comprenderne l’epocale successo di questo cult movie.

Sappiamo che il cinema è lo strumento più potente mediante il quale le masse vengono indotte a familiarizzare con tematiche care a coloro che dirigono le nazioni. Da decenni vengono finanziati film che creino simulazioni convincenti e realistiche degli scenari ipotizzati da certe governance globaliste.

Nel mio corso di formazione “Dal Grande Reset al Nuovo Paradigma”, fra le altre cose, abbiamo analizzato molti film che preannunciarono per anni la catastrofe poi avvenuta delle torri gemelle, e gli innumerevoli film che negli ultimi anni simulavano la pandemia di fatto poi avvenuta.

Sicuramente ritroviamo in Avatar diverse tematiche attuali care all’ideologia transumanista tanto in voga nelle sale-regia dove si decidono le linee guida del mondo intero -ivi compreso il cinema- come ad esempio gli ibridi genetici, le mescolanze di DNA umano e alieno, il trasferimento della mente, della memoria e della coscienza umana dentro dei cloni artificiali, e, fra tutti l’agognata vittoria della tecnologia sulla morte.

La cosa che fa di questo film qualcosa di unico è che, sebbene le tematiche sembrino conformi a quelli dell’agenda globalista, tuttavia viene considerato un film di culto anche in ambito anti-sistema.

 

Lotta dualistica fra buoni e cattivi

In molte recensioni è stato messo in risalto il fatto che il film in qualche modo voglia redimere il senso di colpa insito nel pubblico americano: in Avatar film si condannano i barbari colonizzatori in favore dei giusti popoli nativi. Non a caso il film sembra esplicitamente rendere omaggio ai nativi americani e alle tribù amazzoniche.

Possiamo dire che si tratti di una versione attualizzata di un modello passato: mentre anticamente alcuni umani colonizzavano interi territori terrestri, scacciando ed annientando le popolazioni autoctone, nel futuro gli umani potrebbero andare in cerca di interi pianeti da colonizzare e schiavizzare.

 

L’eroe-liberatore è uno dei cattivi

Sebbene i cattivi siano gli invasori, tuttavia l’eroe-liberatore dei nativi sarà uno dei cattivi colonizzatori: l’eroe-messia di turno, il liberatore della popolazione aliena Na’vi che abita il pianeta Pandora, è infatti l’avatar dell’umano Jake.

Questa idea che l’eroe-liberatore provenga dal popolo nemico è antica: pensiamo a Mosè, liberatore degli ebrei schiavi in Egitto, cresciuto lui stesso alla corte egiziana come figlio del Faraone.

O, in tempi più recenti, pensiamo a Schindler, l’eroe tedesco che in Germania, durante la persecuzione nazista, salva la vita a molti ebrei.

 

Cloni Ricombinanti

L’eroe-liberatore che si batte per liberare Pandora dai cattivi colonizzatori non è un nativo ma un umano, mescolato geneticamente alla loro razza.

Avatar ci pone fin dall’inizio di fronte innumerevoli quesiti relativi alla manipolazione e mescolanza genetica.

In effetti chi è Avatar?

Abitualmente il termine “avatar” designava l’incarnazione della Divinità all’interno di un corpo umano. In questo film invece le divinità che abitano corpi materiali siamo noi umani: gli avatar infatti sono ibridi di DNA umano combinato con DNA di razza aliena, pilotati mentalmente da esseri umani chiusi in capsule di connessione.

Nel finale del primo film Avatar del 2009 vediamo che la Grande Madre -ossia la Madre Terra che, secondo l’ipotesi Gaia di Lovelock, è vista come un organismo vivente- riesce a trasferire la coscienza, la memoria e l’anima di Jake dentro al corpo Na’vi del suo avatar.

Questa idea di passaggio fra corpi è già da millenni contenuta nella credenza della trasmigrazione delle anime o della cosiddetta reincarnazione.

Se tuttavia nel primo Avatar la scienza era in grado solo di mantenere un controllo mentale sul proprio avatar, nel secondo film la scienza umonaiode è già in grado di replicare il miracolo fatto precedentemente dalla Grande Madre: entrambi, Natura e Scienza, si mostrano capaci di far transitare coscienza e memoria di una persona da un corpo ad un altro. Intatti vediamo in Avatar 2 resuscitata l’inquietante figura del colonnello Quaritch: ucciso nel primo film di Avatar, è stato riportato in vita dentro un clone Na’vi, detto “Ricombinante”. Ossia gli scienziati umani hanno copiato la personalità e le memorie del colonnello e di alcuni suoi marines uccisi, all’interno di cloni ricombinati con DNA alieno appartenente alla razza Na’vi. Gli Avatar di Quaritch e dei suoi compagni costituiscono una sorta di backup dei loro corpi umani ormai deceduti. Questo spiega il fatto che il clone del colonnello non sia in grado di ricordare la propria morte umana, in quanto evento avvenuto successivamente alla morte del suo corpo umano e dunque non contenuto nei file delle sue memorie: questo potrebbe spiegare il fatto che distrugga con la mano il suo proprio teschio umano ritrovato su Pandora, quasi gesto di disprezzo del dubbio amletico sulla morte.

 

Ibridazione ed igiene razziale

In Avatar 1 e 2 si parla del delicato ed attualissimo argomento dell’ibridazione: negli Avatar il DNA umano si mescola con quello alieno, e l’eroe-salvatore-messia è frutto di questa mescolanza. I figli che Jake e Neytiri sono figli meticci, che ereditano DNA Na-vi mescolato a quello umano.

In questo periodo storico si parla tanto di mantenere intatto il DNA originario. Si sta via via forgiando una credenza in certi ambienti Molte cosiddetti “no-vax” secondo la quale il DNA di coloro che hanno ricevuto i sieri sperimentali a mRNA sarebbe irrimediabilmente compromesso. Per questa ed altre ragioni, diverse persone rifiutano di avere rapporti sessuali con chi è stato inoculato (tanto da crearsi banche del seme “puro” e veri e propri siti e pagine d’incontri per soli “no-vax”) e di ricevere trasfusioni di sangue da parte di chi si è fatto inoculare questi sieri (si stanno creando delle vere raccolte di sangue “puro” donato da chi non si è inoculato).

Ma anche qualora si arrivasse ad ottenere dati inconfutabili in merito alla mutazione genetica avvenuta a motivo dell’inoculazione dei sieri (ma per ora credo si tratti solo di supposizioni non dimostrate), sarà tuttavia impossibile che non si mescolino le persone. Il mescolamento genetico avverrà sempre e comunque: una volta modificato il genoma umano, l’ibridazione sarà inevitabile.

Sarebbe assurdo ed utopico pensare di poter creare un ghetto completamente isolato dove racchiudere soltanto coloro che non sono inoculati, tranne che i no-vax vengano esiliati come selvaggi su isole lontane dalla civiltà, come viene descritto nel libro di Huxley “Il Mondo Nuovo”.

Senza contare che questa ossessione per il seme “puro”, il DNA “puro”, il sangue “puro”, rischia di rievocare altri periodi bui della storia umana: la distinzione e divisione fra puri ed impuri è sempre stata all’origine di veri e propri disastri epocali.

Il monito a “non mescolarsi” predicata sia dall’eugenetica di matrice ebraica che di quella nazista, portò alla proibizione di contrarre matrimonio e di procreare con le razze nemiche considerate impure e ree di corrompere la purità del proprio ceppo originario.

Forse gli unici a poterci riuscire potrebbero essere alcuni ambienti ristretti del mondo ebraico ultraortodosso: in Israele infatti alcuni rabbini, fin dal 2020, hanno emanato un decreto halakico che proibisce di sposarsi con ebrei inoculati con i sieri genici, onde evitare che eventuali mutazioni del DNA possano esser trasmesse alla prole.

A considerare da quanto detto fin d’ora potrebbe sembrare che il film Avatar sia promotore dell’agenda transumanista e, come tale, un film indigesto ad un pubblico no-vax ed anti-sistema.

Invece il successo di Avatar sta nel fatto che riesce a raccogliere ed affascinare entrambi i filoni. In effetti, pur narrando le ipotesi più spinte dell’attuale tecnologia, dall’altra si presenta come una lode alla bellezza e supremazia della Natura. Potremmo dire che Avatar li contempli entrambi?

 

Ambientalismo

Avatar viene considerato infatti un colossal ambientalista in quanto valorizza i nativi alieni del pianeta Pandora che hanno raggiunto un livello di simbiosi ed armonia perfetta con la Natura. Sia i Na’vi blu che popolano le foreste, sia i Na’vi verdastri che popolano gli oceani, assomigliano moltissimo agli indigeni americani, amazzonici, alle tribù africane, ecc.

Vivono in maniera molto semplice e selvaggia, hanno un rapporto simbiotico con il mondo animale e vegetale, con cui comunicano telepaticamente, si curano naturalmente e non hanno sviluppato la tecnologia né le culture tipiche delle civiltà terrestri. Il Grande Albero degli spiriti è il loro luogo di culto. Per mezzo dei loro capelli (la vegetazione del corpo umano) riescono a connettersi alle sue fronde e radici, e tramite esse alle anime dei defunti, oltre a connettersi con animali, uccelli, pesci e crostacei.

Questo grande apprezzamento per una vita in totale simbiosi con la Natura attira un pubblico che appartiene a quel filone un po’ new-age che crea ecovillaggi e comunità rurali, perennemente alla ricerca di una spiritualità spesso avulsa dalla realtà ed endemicamente anti-sistema. All’interno di questa grande corrente ambientalista, c’è molto spesso una idealizzazione di tutto ciò che è primitivo e tribale. Quasi in un rifiuto di tutto ciò che è modernità, tecnologia, abbracciano con gioia ogni approccio alla vita e alla salute di tipo naturalistico.

Attualmente in effetti esistono due visioni del mondo diametralmente opposte e inconciliabili: da una parte una visione materialista, scientista, tecnologica e transumanista, dall’altra una visione spiritualista, ambientalistica, naturalista, quasi di ritorno alla vita primitiva.

Potremmo dire che Avatar riesca nell’intento di attirare il pubblico dei due schieramenti. Il film ci mostra che queste due concezioni del mondo (quella tecnologica transumanista e quella naturalista ed ambientalista) sono opposte ed in perenne accesa lotta fra di loro -non a caso 9/10 del film sono immagini di guerra. Mostrandoci tuttavia come poi, in fondo in fondo, Scienza e Natura perseguano fini simili (superamento dei limiti fisici e vittoria sulla morte), tenta di sanare la sutura fra questi due mondi che oggi vediamo drammaticamente scissi e divisi.

L’evoluzione tecnologica è inarrestabile, che ci piaccia o no. Ignorarla non servirà a cambiare le cose. Tanto vale farci i conti e dare il nostro contributo affinché la tecnologia non prosegua su questo sentiero mortifero intrapreso che potrebbe portare presto all’estinzione umana e alla distruzione del pianeta.

Come possiamo fare in modo d’invertire direzione? Non nel senso di tornare indietro, all’era primitiva. Ma nel senso di far sì che tutta questo sviluppo tecnologico venga usato in favore dell’evoluzione umana?

Per operare una sana deviazione del flusso, dobbiamo prima uscire da questa visione dualistica, separatrice ed oppositiva magistralmente illustrata da Avatar2.

Da oltre 12 anni lavoro ad un progetto assolutamente rivoluzionario di convergenza ed inclusione: la Reggia dei Sovrani.

La nostra Equipe Madaat, formata da medici, ricercatori e scienziati, da oltre 10 anni persegue l’unione armonica fra le varie discipline scientifiche ed umanistiche.

Questo progetto è all’interno di un progetto ancora più grande ed ambizioso: La Reggia dei Sovrani, un laboratorio sperimentale di un nuovo modello di società avanzata fondata sull’individuo, in totale e simbiotica armonia con la Natura; e allo stesso tempo immenso contenitore dove la tecnologia è messa a servizio dell’evoluzione spirituale umana, dell’arte e di ogni forma di creatività.

Da circa un anno, insieme ad un piccolo team di professionisti italiani, lavoriamo alla progettazione architettonica di questo meraviglioso luogo e stiamo attualmente preparando un emozionante video in 3D in cui sarà possibile visualizzare la Reggia (il grado di perfezione tecnica e visiva non ha niente a che invidiare a quella raggiunta dai computer con cui è stato realizzato Avatar.

Dea

 

Puoi estrapolare una parte del testo, a patto di citare l’autore, ©Dea, e la fonte https://reggedeisovrani.com/index.php/avatar-2-riconcilia-i-due-schieramenti/

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